Chi sono
Ciao, sono Valentina Moro,
insegno Pilates perchè dopo averlo scoperto mi ha cambiato la vita.
Vorrei aiutare anche te ad accogliere il cambiamento, inserendo piccole nuove buone abitudini nella tua vita di tutti i giorni.
“Amo il Pilates perchè quando avevo 34 anni mi hanno diagnosticato un tumore al seno.”
Carcinoma duttale infiltrante, per essere precisi.
Lo so, il collegamento non sembra scontato, ma continua a leggere e scoprirai cosa è successo da quel caldo giorno dell’agosto 2017 in cui ho ricevuto la diagnosi.
Sarò onesta con te. Come potrai immaginare o come avrai provato anche tu in prima persona, non c’è niente di facile dopo una diagnosi di tumore al seno. Al contrario fa paura e mi ci è voluto molto tempo per capire che quello sarebbe stato solo un capitolo della mia vita e non l’intera storia.
Ma partiamo dall’inizio…
Sono nata a Genova nel 1983 e ho sempre praticato sport, anche se non a livello agonistico.
Mi è sempre piaciuto imparare cose nuove e quindi ho preferito cimentarmi in sport diversi: basket, ginnastica, danza, nuoto, pallavolo.
Dopo il diploma di liceo artistico ho deciso di viaggiare, ho vissuto a Londra poi ho approfondito una mia passione: il massaggio.
In particolare mi interessava la capacità rilassante e curativa del tocco, il potere trasformativo dell’energia prodotta dal contatto. Finita la formazione sono andata in Egitto a lavorare in un centro benessere.
Ma non mi piaceva stare ferma in un posto e quindi ho scelto di viaggiare per cercare la mia strada. Che ai tempi però sembrava molto ben nascosta.
Sapevo che avrei voluto lavorare con le persone, il massaggio rimaneva un mio pallino ma sentivo che mancava qualcosa anche se allora non capivo cosa fosse.
Poi è arrivata Roma. La città più bella del mondo, per me. Li per la prima volta dopo tanti anni, mi sono sentita a casa. Circondata da un misto di bellezza eterna e caos. Un connubio che mi vibrava dentro.
Ho lavorato per 6 anni in Isokinetic, un centro medico di riabilitazione sportiva e ho pensato di iscrivermi a fisioterapia. Ma nemmeno quella sembrava la mia strada.
Ero affascinata da come i medici e i fisioterapisti fossero in grado di trasformare un momento di grande difficoltà in un’occasione per tornare non solo alla condizione pre-infortunio, ma addirittura per aiutare i pazienti a rimettersi in forma e magari cominciare un’attività sportiva.
Questo è qualcosa che mi è rimasto dentro: insegnare a scoprire e riconoscere le risorse che abbiamo dentro, per ritrovare il benessere.
Dopo qualche anno sono tornata a Genova e mi sono iscritta all’università: scienze internazionali e diplomatiche. Ho lavorato in Flying Angels, una fondazione che aiuta i bambini malati. Anche qua partecipavo nel mio piccolo a portare aiuto agli altri e sono stati anni bellissimi.
Poi nel 2017 ho sentito una pallina sul seno destro.
Una prima eco non aveva rilevato nulla e per quasi tre mesi ho cercato di convincermi che non fosse niente di grave e che sarebbe passato.
A luglio, proprio il giorno in cui nasceva il mio primo nipotino, un’altra eco evidenziava la presenza di qualcosa che effettivamente avrebbe potuto essere di origine infiammatoria. Ma questa volta la dottoressa ha fatto qualcosa che probabilmente mi ha salvato la vita: mi ha consigliato di andare da una Senologa.
Da qui in poi sono stata risucchiata in una centrifuga che mi ha portata a quelle parole che mi risuonano ancora in testa ogni tanto: “bisogna fare una Biopsia”.
A quel punto avevo ancora la speranza che tutto si sarebbe risolto in una strizza immotivata, che presto ci avrei riso su. Intanto da qualche mese mi stavo vedendo con un ragazzo e questo non è proprio il tipo di situazioni in cui vorresti trovarti all’inizio di una storia. Diciamo che la pesantezza era palpabile.
Piccolo spoiler: lui è ancora al mio fianco.
Non mangiavo, avevo difficoltà a dormire e il mio nipotino appena nato era l’unica fonte di quelle poche energie che mi servivano per tirare avanti fino all’esito delle successive analisi.
Poi purtroppo è arrivato il referto: NEOPLASIA. Ricordo che ero al telefono sul terrazzino dell’ufficio e ho chiesto: “è un tumore?” a quel punto l’istologa mi ha detto “si”.
Da li inizia la mia storia di paziente oncologica under 40, ancora senza figli, con una diagnosi ancora poco definita e con un grande punto interrogativo sul futuro.
In una fase così difficile avevo bisogno di avere vicino le persone a cui volevo bene. Ma io non sentivo niente. Ero congelata. Mi sentivo sola e senza speranze. Avevo paura. Ero arrabbiata con il mio corpo.
La mia vita come la conoscevo finiva li.
Allora non sapevo che sarebbero cambiate tante cose: il mio rapporto con il tempo, con il mio corpo, con le persone…
Non sapevo nemmeno come sarebbe andata a finire.
Io sono stata fortunata.
Non parlo della malattia, naturalmente, ma dei professionisti che mi hanno seguita con umanità con disponibilità.
L’oncologa mi spiegava le cose lentamente, nei momenti più difficili mi faceva dei disegni per aiutarmi a capire. Il chirurgo mi ha parlato a lungo per essere certo che io comprendessi la scelta di procedere con la mastectomia. Le infermiere lasciavano stare il mio compagno fin dopo l’orario, per farmi sentire meno sola.
Ma una volta uscita dall’ospedale, dopo l’intervento, non ho più avuto nessuno a indicarmi la strada.
Ho dovuto inventarmi un percorso, cercare informazioni ovunque ne scovassi, sperimentare su di me ..ed ecco perché sono qui.
Perché finché le giornate sono scandite da visite, analisi, esami e poi dagli interventi e dalle terapie ci si sente cariche di una sorta di trance data dalla voglia di farcela.
Dopo, quando ti trovi con le tue cicatrici e un corpo che non riconosci, ti senti sola.
Almeno così è stato per me. Non sapevo dove trovare consigli, non sapevo cosa fare e cosa non fare. Non sapevo come uscirne. Avevo un seno in meno, molte incertezze in più e tantissima confusione.
Così è arrivato il PILATES.
Consigliato dal fisiatra dell’ospedale e promosso dalla Lilt, ho deciso di provare.
A 35 anni ero stata messa in menopausa farmacologica e non sapevo quali conseguenza avrebbe portato la cura, non solo sul mio corpo. Perché la terapia antiormonale significa 5 anni di terapia, congelamento degli ovociti, caldane, sbalzi di umore, rischio di prendere peso…
Avevo bisogno di qualcuno che potesse capire cosa stavo passando, sapevo che la fuori c’erano centinaia di donne come me.
Nel frattempo il rapporto con il mio corpo era in una sorta di tregua.
Il Pilates mi ha fatto fare pace con il mio corpo, ho capito che ogni corpo ha le sue cicatrici, che ogni ferita ha le sue conseguenze.
Ma ho anche imparato che ci si può lavorare, che si può dare un senso e che ci si può amare.
Mano a mano che il tempo passava sentivo che durante quell’ora io ero in pace con me.
Mi stavo riscoprendo anzi mi stavo conoscendo.
Dopo qualche anno di pratica assidua, ho deciso che il Pilates mi piaceva al punto tale da studiare per insegnare.
E così, dietro consiglio della mia insegnante, ho ottenuto il Diploma presso la Postural Pilates Method di Torino e ho iniziato a insegnare subito dopo.
Da allora continuo la formazione presso la scuola E-motion di Sarzana sotto la guida di Gloria Gasperi.
Ho approfondito lo studio dell’anatomia, già affrontato anche durante il percorso di massaggio, questa volta dal punto di vista del movimento. Ho frequentato numerosi workshop su piattaforme accreditate come Pilateslink (internazionale) e Body Balance (Italia).
Ho deciso di approfondire il Pilates per chi sta affrontando periodi di grande cambiamento come la gravidanza, il post parto, interventi o malattie oncologiche, ma anche chi esce da un infortunio o pensa sia arrivato il momento di essere il cambiamento verso il benessere.
Scrivimi per scoprire insieme le risorse che hai e mostrarti come sfruttarle al meglio
per diventare la migliore versione di te. E ricorda:
“il cambiamento avviene attraverso il movimento, e il movimento guarisce”.
(J. Pilates)
Da dove iniziare?
Come ti ho accennato prima, quello che stai per iniziare è un percorso per costruire, giorno dopo giorno, la miglior versione di te, accogliendo e valorizzando il cambiamento.
Ci sono diverse strade per trovare il benessere, in questo percorso avrai modo di lavorare sulla tua consapevolezza attraverso il movimento.
Credo sia importante partire dal beneficio che si può ottenere ASCOLTANDO il corpo e SENTENDO cosa succede, perché è il movimento la cosa su cui ti devi concentrare, niente di più.
Gli step saranno questi:
- Conoscersi meglio
- Sperimentare il movimento
- Prendersi un impegno
- Avanzare un passo alla volta
- Sentire il cambiamento
Io sarò al tuo fianco, nella misura in cui serve a te!
Contatti
La mia base è Genova ma spesso sono all'estero, in questo momento mi trovo ad Abu Dhabi. Per contattarmi puoi utilizzare whatsapp su entrambi i numeri.
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